La rinite allergica è di frequente riscontro nella popolazione generale e, se non gestita in maniera appropriata, può peggiorare notevolmente la qualità di vita di chi ne soffre. Recenti studi dimostrano che la percentuale di pazienti con rinite allergica oscilla tra il 5 e il 35%, e il trend è in aumento negli ultimi decenni.La rinite allergica sii caratterizza per sintomi come ostruzione e prurito nasale, starntutazione a salve, fuoriuscita di secrezioni acquose (rinorrea); si può associare a manifestazioni cliniche di altri distretti (orecchio, occhi) e può complicarsi in altre patologie respiratorie, come sinusite cronica e asma bronchiale. Il paziente con rinite allergica presenta segni tipici come gli occhi lucidi, le occhiaie scure (per il ristagno cronico nei vasi dell’orbita) e si può riconoscere per il cosiddetto ‘saluto allergico’, tipico dei bambini che si sfregano il naso in su, provocando una piega orizzontale persistente sul dorso del naso. Come altre patologie allergiche la rinite allergica è causata da una disregolazione del sistema immunitario, che risponde in maniera anomala a stimoli ambientali come pollini o altri inalanti (allergeni), sintetizzando anticorpi IgE verso gli allergeni. Le linee guida ARIA classificano la rinite allergica in relazione alla durata (intermittente o persistente) e alla gravità (lieve, moderata e grave) della sintomatologia. In presenza di un sospetto clinico, è essenziale attuare un iter diagnostico che possa confermare la rinite allergica, escludendo altre forme di rinite (come la rinite vasomotoria, la rinite da farmaci, le riniti di natura infettiva e quelle causate da variazioni dell’assetto ormonale) e individuando gli allergeni verso cui si è stabilita un’ipersensibilità. L’indagine diagnostica di primo livello per la determinazione delle IgE specifiche è rappresentata dal prick test con valutazione di un pannello di aeroallergeni comprensivo di pollini (graminacee, urticacee, composite, alberi come olivo, cipresso, nocciolo, betulla), muffe (aspergillo, cladosporium, alternaria), derivati degli acari della polvere domestica, derivati epiteliali di cane e gatto. In alternativa ai test cutanei, per il riscontro delle IgE specifiche ci si può avvalere di un prelievo ematico con test in vitro (ImmunoCAP IgE). In alcune forme l’esame citologico della mucosa nasale può essere di supporto. Il trattamento della rinite si basa sui seguenti principi: 1)allontanamento dell’allergene responsabile se possibile; 2)terapia farmacologica; 3)immunoterapia specifica.
I farmaci di riferimento sono gli steroidi nasali, gli antistaminici di nuova generazione (meglio tollerati, perché privi dell’effetto collaterale classico degli antistaminici – la sonnolenza), gli antileucotrieni se coesiste asma bronchiale, i cromoni (efficacia modesta). I lavaggi nasali con soluzione fisiologica o salina ipertonica possono alleviare i sintomi della rinite.
L’immunoterapia specifica (sottocutanea – SCIT o sublinguale – SLIT), nota erroneamente come vaccino per l’allergia, può modificare favorevolmente la storia naturale della malattia e prevenire l’insorgenza delle complicanze. La storia clinica del paziente, la risposta ai trattamenti convenzionali insieme a un accurato iter diagnostico guiderà lo specialista allergologo nella prescrizione dell’immunoterapia.