Il patch test è l’esame di riferimento per la diagnosi della dermatite allergica da contatto e di altre forme allergiche che insorgono con meccanismi ritardati, poiché il test riproduce le forme di ipersensibilità ritardata, che rientra nel IV tipo delle reazioni immuno-mediate secondo la classificazione di Gell e Coombs. Attraverso il patch test è, quindi, possibile individuare la sostanza responsabile (aptene) delle manifestazioni allergiche. Il test riproduce la reazione di ipersensibilità ritardata, che rientra nel IV tipo delle reazioni immuno-mediata secondo la classificazione di Gell e Coombs.
Il patch test viene eseguito posizionando le sostanze da testare in cellette adese a un supporto (cerotto o patch) e ponendole, in occlusione, su aree cutanee libere da dermatite (la regione cutanea di riferimento è il dorso); la lettura è eseguita dal medico dopo 48-72 ore e l’eventuale positività al test è basata sul riscontro di una lesione (di intensità variabile – eritema, edema, papula, vescicola, flittene) nella sede di applicazione dell’aptene.
Affinché il test sia attendibile è opportuno che trattamenti sistemici con steroidi o applicazione di cortisonici topici nella regione in cui è prevista l’apposizione dei patch siano sospesi da almeno due settimane; la presenza di lesioni attive nella regione di interesse rappresenta una controindicazione relativa allo svolgimento dell’esame (in tal caso è indicato apporre i cerotti in altra sede).
Le precauzioni da intraprendere nelle 72 ore di esecuzione dell’esame sono mirate a evitare il distacco precoce dei cerotti: bisogna prestare attenzione a evitare attività che comportino sudorazione eccessiva – questa è la ragione per cui il test non dovrebbe essere eseguito nei mesi estivi – e a limitare il contatto del cerotto con acqua.
I principali apteni potenzialmente responsabili di dermatite da contatto sono compresi all’interno del pannello base di allergeni previsto della Società Italiana di Dermatologia Allergologica Professionale e Ambientale (SIDAPA): sostanze spesso incontrate nella routine quotidiana possibili cause di dermatiti allergiche da contatto, sono presenti all’interno di cosmetici (timerosal, alcol della lanolina, profumi), saponi e detergenti (tegobetaina), oggetti metallici (nichel, cobalto), conservanti (parabeni e kathon), coloranti (parafenilendiammina), resine, farmaci (neomicina, benzocaina).
In particolari condizioni cliniche, se ad esempio la dermatite da contatto insorge in conseguenza dell’esposizione professionale a particolari sostanze o se il contatto deriva da specifici interventi terapeutici, come l’impiego di protesi in campo ortopedico, possono essere testate specifiche serie professionali (ad esempio: serie parrucchiere, serie odontoiatrica, serie metalli).